PUBBLICAZIONI     1

 

 

  1  Ci sono creature di una singolarità assoluta.Non le puoi paragonare a nessuno. Possiamo definirle uniche. Ne cogli per intuizione lo splendore, purchè ti avvicini con semplicità e rettitudine. Eviterai di esserne abbacinato. L'occhio, accecato, cercherebbe difesa, fuggendo o respingendo. Chi ha familiarizzato con Anna, scopre di avere incontrato uno dei punti fermi della storia dove ci si può ancorare con serenità e sicurezza. Si ha la percezione che da quel punto si può partire verso certezze che piegheranno uomini e cose. E' naturale che ella susciti stupore, incapacità di abbracciarne la dimensione, per la inadeguatezza delle apparenze: si accetta con umile semplicità o si rifiuta. Non c'è alternativa a vuota curiosità. Il segreto del Re è gelosamente custodito. Solo il baleno dello splendore interiore filtra e lascia incantati. Discrezione, riservatezza, silenzio sono le regole che permettono il dialogo, che danno modo di superare la soglia che immette nel giardino dove tutto sa di profumo e di colore. Sensazione vissuta da quanti l'hanno avvicinata, vivendone il fascino. I grandi solitari di Dio, come Elia, passando  hanno lasciato l'orma. Anna traccia anche la strada.

 2    Il "sì" fatto di una vita, aveva trasformato Anna in un ponte tra cielo e terra. Al termine della sua vita Gesù le sussurrerà: "Sei Tutta Amore", non farà che porre un sigillo al suo capolavoro. Viene da ricordare il richiamo dei superiori al padre francescano: "Non si rovini! Non si rovini!". Ci si può rovinare affidandosi a Gesù?  Lo vediamo nell'ultimo e più furioso scontro che si chiude con la riduzione allo stato laicale che in quel tempo, 1955, significava morte civile, oltre che religiosa. Per quattro mesi se ne starà contro tutti, nel silenzio, isolato nel convento di Terrasanta. Lo si voleva mandare via per impedirgli l'incontro con Anna. Quando lo metteranno fuori, Gesù mostrerà che le simboliche catene che gli avevano stretto ai polsi, cadevano senza che se ne accorgessero, lasciandolo totalmente libero. Nessun ostacolo fu più possibile tra lui e Anna. Mistero della bontà e potenza divina. In seguito dovrà rimettere piede nella Chiesa senza staccarsi da Anna. Un lavoro che rimuoverà la terra facendo spuntare tanta acqua che spumeggiando andrà fino al mare per purificarlo. La Chiesa è presentata tutta chiusa, carcerata, coperta di erbacce, sarà il carro di S.Francesco che farà rientrare il padre. Ci arriverà con un salto da capriolo, di nascosto. Le porte si aprono misteriosamente. La separazione è stata campo di lavoro, mentre San Francesco va ammonendo che bisogna: "Bruttarsi, Perfettarsi, Scambiarsi". Avanzano abbattendo ogni ostacolo, mentre chi guarda pensa che camminino verso l'abisso. Non si accorgono di Gesù che li guida. La potenza dello Spirito li accompagna. Ora sta muovendosi il Padre Celeste; è purificazione per tutti

 3   Lampada ai nostri passi sarà una biga:ce la mostra il Signore, prima trainata da due focosi cavalli e dopo che Anna ci ha lasciato, da due robusti giovani caratteristici. Tiene le redini sicure un Uomo "tipo centurione", che cammina sulla sinistra del carro, sul quale sta solidamente in piedi uno che osserva tutto senza muoversi. La biga, dopo il cambio, si avvia per un'ampia scalinata , che gira in larghe volute attorno a un monte, che si forma mentre si sale. Strada totalmente nuova. Chi è portato su questa piattaforma fa una sola domanda: Quanta strada c'è?- sei chilometri - è la risposta del giovane di destra. Grosso modo si salirà a un'altezza di oltre cinquemila metri, cioè fuori dal nostro mondo abitato, dalla nostra mentalità. Ogni scalino è un balzo di circa un metro. Un invito a salire per questa strana scala pulita e nuova porterà a scoprire le meraviglie di Dio. Una biga, che sale e sta sempre in vetta, è vista da tutti. Riflettiamo e cerchiamo di capire perche' non ci sfugga l'invito. Perenne enigma del parlare di Dio. Canterà anche a te il suo Amore, come lo ha cantato alla sua Favorita. Esige tanta fiducia. Gli uomini cercano Gesù e necessitano di Lui, non degli strumenti che servono solo ad indicarlo. Quelli restino strumenti, per non ostacolare il cuore di chi cerca. La vita la può dare solo Lui. Qualche volta forse lo dimentichiamo, per sostituirlo e ci facciamo ostacolo. 
Se guida il centurione, che è lo Spirito Santo, se tirano i due giovani, Grazia e Ragione, seguiamoli con sicurezza, come chi sta nella stessa biga. La strada è tracciata e comoda. Questo libro ce la indica.

 4 .......Gli ebrei non sono mai riusciti a capire l'ampio respiro della loro missione come guide di un mondo da avvicinare a Dio, e si sono chiusi nei loro interessi nazionali. I cieli narrano la gloria di Dio attraverso la mediazione umana che non può chiudersi nell'ambito di un paese. Israele doveva dialogare con Dio per comunicare le sue esperienze alle genti. Solo disperdendolo, Jahvè ha potuto fare arrivare ad altri un pallido riflesso del suo volto (diaspora). Anche i primi cristiani, che fuggono Agrippa che fa uccidere Giacomo, vivono la stessa tattica. I giudei avrebbero dovuto mostrare il vero volto di Dio che andava rivelandosi per preparare l'umanita' ad accogliere il Messia. Non lo comprenderanno e lo crocifiggeranno. Il contatto con il mondo greco e romano avrebbe potuto offrire un'ottima occasione per aprire al mondo il Messaggio, ma più che la gloria di Jahvè, a quei giudei interessava la loro gloria. Il Messia doveva essere il vendicatore e non lo splendore del volto divino sui lineamenti umani. Osea invitava al deserto, dove Dio avrebbe parlato con linguaggio d'amore, ma quella gente preferisce il coltello degli zeloti. Il Messia doveva essere atteso come Presenza, come Parola incarnata, non come condottiero armato. I cavalli del faraone non sono spirito, ricorda Isaia, e sono affondati miseramente in mare, come affonderà quel popolo che non vuole essere spirito. Lo saranno solo quei pochi che fanno corona a Maria nel mistero di Betlemme. Quegli ebrei non riescono ad immaginare che Dio scenda dall'empireo per cervelli chiusi. Il loro rifiuto in certo modo li giustifica: non sanno quello che fanno. Segno della infinita bontà saranno gli altri duemila anni fino a noi, concessi a quel popolo mai ripudiato, perchè comprenda e accetti il Messia.......... Per noi l'Antico testamento è preparazione all'incarnazione, incontro e abbraccio del divino con l'umano. Per l'ebreo è liberazione dalla tirannia:  il farsi come noi, addirittura il nascere in una stalla è un salto abissale per un popolo alla guida del mondo in condizione di supremazia. Dio si è calato in queste nostre realtà umane con slancio universale d'amore, vuole salvare abbassandosi fino agli ultimi.

  5    25 maggio 1964 ......Il giorno 11 maggio è stato quello in cui ci siamo ritrovati tutti  intorno ad Anna  che era ritornata da Trieste, dopo un tempo che mi era parso interminabile.Le ho raccontato quel sogno che mi aveva tanto spaventata, ma ella mi ha sorriso di quel sorriso dolcissimo pieno di luce e mi ha detto: Ma no cara, la tua ora non è ancora giunta.Vuol dire invece, il tuo sogno, che a questa vita superiore dello spirito noi siamo chiamati ed è la vita pesante della materia che deve morire in noi, per lasciarci leggère leggère a vivere della sua Grazia. Anna diceva che per quanto grande possa apparire a noi una prova, un sacrificio, noi non possiamo offrirlo come qualcosa di speciale al nostro Signore: non è delicatezza; come il dire: guarda cosa sono capace di fare per te! E' vera, grandissima indelicatezza verso l'Amore, poichè quando chi dona ama veramente, non c'è cosa che gli possa sembrare abbastanza bella per il suo amore;e che cosa anche l'offerta più grande, può essere abbastanza grande e bella per l'Amore infinito?Quindi vive in silenzio, come trascurando ciò che di se stessa dà, perchè ella dice: cosa do io? Non faccio nulla, e qualunque cosa facessi sarebbe sempre nulla.                                   20 febbraio  1965
Sono state poche parole di Anna che ieri sera mi hanno aperto gli occhi. Ella ha detto:Non possiamo fare niente, proprio niente, ma basta un tantino di fiducia in Lui, perchè la sua misericordia rimedi a tutto E quello è un tantino solo, perchè noi siamo piccoli e limitati, ma nella misura della nostra piccolezza, della nostra limitatezza, deve essere tutto, tutta la nostra fiducia, noi stessi, tutti, quali siamo, completamente abbandonati in lui. Un niente che è però il nostro tutto. Questa piccola fiducia nostra basterà al suo Cuore perchè torrenti di misericordia si versino su noi e sul mondo.

  6   Oggi la Chiesa deve misurarsi con uomini che hanno raggiunto capacita' meravigliose e certe incoerenze si fanno evidenti e offensive; il cristiano dovrebbe essere colui che si fida pienamente e sempre di Dio. Lo predichiamo appoggiandoci al Vangelo, ma quali contraddizioni, se proprio le istituzioni che propongono il Vangelo come programma, non si fidano e si costruiscono tutte le garanzie umane per sfuggire il rischio. Insegnamo una cosa e ne facciamo un'altra. Temiamo le insidie degli uomini, della società, dei popoli e per salvarci ci adeguiamo ai loro metodi, alle loro diplomazie, alle loro organizzazioni, alle loro risorse economiche, come se non ci fosse il Risorto dalla nostra parte, che ci guida e ci suggerisce quello che dobbiamo fare, perchè vedano che con lui la strada è diversa, è sicura.Guai a noi se distorciamo il famoso adagio: Aiutati che Dio ti aiuta. La sua validità è perenne, ma non riduciamolo alle nostre furbizie, pensando che prima dobbiamo sbrigarcela con le nostre astuzie più o meno lecite, e poi fidarci di Dio. Non si sarebbero comportati come hanno fatto coloro che si sono incontrati con Anna. Avrebbero dovuto ascoltare, sapendo che se il messaggio è autentico, Gesù l'avrebbe chiarito e confermato, come ha fatto. Altrimenti tutto sarebbe caduto nel nulla, .......Non dobbiamo temere di confessare i nostri errori mentre suggeriamo a tutti di confessare i loro errori, se vogliamo che il perdono, che è distruzione del male, ci faccia nuove e splendide creature. Vale anche per le istituzioni. Non dobbiamo temere per la Chiesa, istituita da Gesù: il più interessato sarà proprio Lui. Non tormentiamoci troppo per difendere i diritti di Dio come se non sapesse difenderli meglio di noi. Diamo tempo a chi sbaglia e ci accorgeremo in breve che camminerà al nostro fianco. Se vogliamo una Chiesa  forte, non renderà visibile colui che è la sua forza. Una Chiesa estremamente debole, ma che nessuna forza può piegare, mostrerà chi la tutela e la difende.

 7  .....La Croce è Gesu', uomo come noi, fragile nel suo corpo; lo lascia senza difese in balia di chi lo odia, per scaricarvi tutto il male dell'universo che verrà distrutto con lo sfascio di quelle innocenti membra. Solo la morte fisica lo poteva colpire. Per morire al nostro posto e distruggere gli effetti della morte in noi, permette che il livore del maligno faccia scempio della fragilità di un corpo uguale al nostro. Offre quanto non saremmo stati in grado di fare per riequilibrare il cumulo delle nostre colpe.E' il REDIMERE, il pagare al nostro posto: paga perche' ama. Sta qui la potenza del perdono.
Per partecipare alla croce di Cristo non dobbiamo cercare il dolore fisico. Se viene non dobbiamo ribellarci, la mansuetudine di Gesù ci sosterrà. Se Cristo ha accettato il dolore fisico è perchè il Nemico non l'avrebbe potuto attaccare in altro modo. La sua dimensione divina chi l'avrebbe sfiorata? Anche il suo spirito umano, la sua Anima  diciamo per evitare malintesi, non è mai stato scalfito dagli attacchi del Nemico. L'ha tentato nel deserto, gli ha scagliato contro il livore dei giudei, la capziosa sottile dialettica degli scribi, ma nessuna forza poteva sfiorarlo. Unico punto debole, il suo Corpo, uguale al nostro, esposto ai limiti della vulnerabilità. In quella direzione si è avventato l'odio che ha tentato di distruggerlo. Farlo morire significava preparargli la Risurrezione, il pieno trionfo che Gesù mette totalmente a nostra disposizione. Non tanto la sofferenza fisica ci farà simili a Gesù sofferente, quanto sapergli offrire la parte più fragile del nostro essere perchè la faccia nuova con la Risurrezione. Per Gesù  era fragile il corpo, per noi è fragile specialmente lo spirito, l'anima, che nasce ribelle e va accumulando atteggiamenti che derivano dall'errato orientamento che attingiamo da origini inquinate. Se vogliamo completare ciò che manca alla passione di Cristo facciamoci umili per piegare il nostro stolto orgoglio, lasciamoci guidare da Lui per non sbagliare direzione, ci dia la sua Vita nuova per uscire dal buio dei nostri errori. Non il dolorismo, ma l'umile docilità di chi chiede perdono, piace a Gesù. E' quanto ha fatto Anna; per questo è stata la sua Favorita. Maria è la creatura preservata dal male per la passione di Gesù. Anna è la creatura nuova che si è aperta a Gesù. Noi saremo i risorti se scopriremo Gesù. Il segno che ci fa discepoli è l'essere miti e umili di cuore.

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